“Danubio ponte tra culture e civiltà” – Onda che mormora

Gorizia nel XVIII e XIX secolo fu un crocevia musicale tra Italia e Mitteleuropa: le sue accademie ospitarono autori come Franz Krommer, Johann Joseph Rösler e Adalbert Gyrowetz e musicisti attivi tra Venezia, Lubiana e Praga. Il concerto restituisce lo spirito cosmopolita di quell’epoca, con rarità di Amandus Ivanschiz e opere del goriziano Ignazio Gobbi, allievo di Giuseppe Tartini, in un dialogo tra stile italiano e influenze centroeuropee.

Descrizione

Tartini, Gorizia e il barocco europeo
Tra il XVIII e la metà del XIX secolo, Gorizia sviluppò un’intensa attività musicale strumentale che si affiancò alle tradizionali produzioni di teatro musicale. La città si distinse per l’attenzione alle composizioni e alle innovazioni stilistiche provenienti dall’Europa centrale, mostrandosi particolarmente aperta alle influenze slovene, boeme e tedesche, pur mantenendo solidi legami con le realtà più avanzate della musica strumentale italiana dell’area veneta, specialmente Padova e Venezia.

Gorizia crocevia di culture musicali
Il ruolo di Gorizia come punto d’incontro tra diverse tradizioni culturali emerge chiaramente dalla sua produzione musicale. Gli archivi e i fondi manoscritti goriziani testimoniano affinità con i repertori di Venezia, Lubiana, Praga, Udine e Trieste, confermando la vocazione cosmopolita della città.

Questa apertura musicale attirò compositori e interpreti di prestigio, spesso attivi tra Italia e area slovena. Tra questi spicca il pianista boemo Frantisek Benedikt Dussik (1765-1816), che giunse a Gorizia nel 1801 dopo un’importante esperienza a Lubiana, dove dal 1790 aveva diretto l’orchestra del teatro e ricoperto l’incarico di organista della cattedrale, entrando a far parte della Società Filarmonica.

Le programmazioni delle “Accademie” dell’epoca e i brani conservati negli archivi goriziani rivelano un repertorio ricco e internazionale, con opere di Jan Joseph Rösler (1771-1813) – che dedicò composizioni alle contesse D’Attems –, quartetti di Frantisek Vincent Krommer (1759-1831) e sinfonie di Adalbert Gyrowetz (1763-1850).

Amandus Ivanschiz: un maestro dimenticato
Amandus Ivanschiz
(in sloveno “Ivančič”) rappresenta una figura emblematica di questo periodo. Pur appartenendo a un gruppo di compositori del XVIII secolo oggi poco conosciuti, ai suoi tempi era un compositore monastico di grande fama, le cui opere venivano copiate e diffuse in tutta l’Europa centrale. Delle circa 100 composizioni sopravvissute – conservate negli archivi sloveni, croati, austriaci e cechi – solo poche sono oggi accessibili agli interpreti moderni.

Ignazio Gobbi: l’eredità di Tartini a Gorizia
In questo vivace contesto musicale emerge la figura di Ignazio Gobbi (1740-1835), violinista e compositore nato a Gorizia ma formatosi musicalmente a Padova. Qui fu allievo di Giuseppe Tartini presso la celebre “Scuola delle Nazioni”, insieme al conterraneo Nicolò De Zorzi (1742-1817?), che proseguì poi la carriera tra Vienna e Udine.

Del patrimonio musicale di Gobbi ci sono giunte tre sonate per violino e basso, una sinfonia e un concerto per violino, tutti scritti in uno stile classico scorrevole e di immediata presa. Le sue composizioni, con evidenti riferimenti al linguaggio haydniano, testimoniano l’interesse del mondo musicale goriziano per le influenze transalpine e confermano la capacità della città di assorbire e rielaborare le correnti musicali europee più innovative.

 

Interpreti

Tommaso Luison, violino
Cenacolo Musicale

Programma

Amandus Ivančič (1727 – 1758)
Sinfonia in sol maggiore

Ignazio Gobbi (c.1742-1835)
Concerto per Violino e archi in re maggiore

Giuseppe Tartini (1692 – 1770)
Sonata a quattro in sol maggiore

Amandus Ivančič
Sinfonia in fa maggiore

Giuseppe Tartini
Concerto per violino GT1.b02 in si minore

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