Descrizione
Tartini, Gorizia e il barocco europeo
Tra il XVIII e la metà del XIX secolo, Gorizia sviluppò un’intensa attività musicale strumentale che si affiancò alle tradizionali produzioni di teatro musicale. La città si distinse per l’attenzione alle composizioni e alle innovazioni stilistiche provenienti dall’Europa centrale, mostrandosi particolarmente aperta alle influenze slovene, boeme e tedesche, pur mantenendo solidi legami con le realtà più avanzate della musica strumentale italiana dell’area veneta, specialmente Padova e Venezia.
Gorizia crocevia di culture musicali
Il ruolo di Gorizia come punto d’incontro tra diverse tradizioni culturali emerge chiaramente dalla sua produzione musicale. Gli archivi e i fondi manoscritti goriziani testimoniano affinità con i repertori di Venezia, Lubiana, Praga, Udine e Trieste, confermando la vocazione cosmopolita della città.
Questa apertura musicale attirò compositori e interpreti di prestigio, spesso attivi tra Italia e area slovena. Tra questi spicca il pianista boemo Frantisek Benedikt Dussik (1765-1816), che giunse a Gorizia nel 1801 dopo un’importante esperienza a Lubiana, dove dal 1790 aveva diretto l’orchestra del teatro e ricoperto l’incarico di organista della cattedrale, entrando a far parte della Società Filarmonica.
Le programmazioni delle “Accademie” dell’epoca e i brani conservati negli archivi goriziani rivelano un repertorio ricco e internazionale, con opere di Jan Joseph Rösler (1771-1813) – che dedicò composizioni alle contesse D’Attems –, quartetti di Frantisek Vincent Krommer (1759-1831) e sinfonie di Adalbert Gyrowetz (1763-1850).
Amandus Ivanschiz: un maestro dimenticato
Amandus Ivanschiz (in sloveno “Ivančič”) rappresenta una figura emblematica di questo periodo. Pur appartenendo a un gruppo di compositori del XVIII secolo oggi poco conosciuti, ai suoi tempi era un compositore monastico di grande fama, le cui opere venivano copiate e diffuse in tutta l’Europa centrale. Delle circa 100 composizioni sopravvissute – conservate negli archivi sloveni, croati, austriaci e cechi – solo poche sono oggi accessibili agli interpreti moderni.
Ignazio Gobbi: l’eredità di Tartini a Gorizia
In questo vivace contesto musicale emerge la figura di Ignazio Gobbi (1740-1835), violinista e compositore nato a Gorizia ma formatosi musicalmente a Padova. Qui fu allievo di Giuseppe Tartini presso la celebre “Scuola delle Nazioni”, insieme al conterraneo Nicolò De Zorzi (1742-1817?), che proseguì poi la carriera tra Vienna e Udine.
Del patrimonio musicale di Gobbi ci sono giunte tre sonate per violino e basso, una sinfonia e un concerto per violino, tutti scritti in uno stile classico scorrevole e di immediata presa. Le sue composizioni, con evidenti riferimenti al linguaggio haydniano, testimoniano l’interesse del mondo musicale goriziano per le influenze transalpine e confermano la capacità della città di assorbire e rielaborare le correnti musicali europee più innovative.
Interpreti
Tommaso Luison, violino
Cenacolo Musicale
Programma
Amandus Ivančič (1727 – 1758)
Sinfonia in sol maggiore
Ignazio Gobbi (c.1742-1835)
Concerto per Violino e archi in re maggiore
Giuseppe Tartini (1692 – 1770)
Sonata a quattro in sol maggiore
Amandus Ivančič
Sinfonia in fa maggiore
Giuseppe Tartini
Concerto per violino GT1.b02 in si minore